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Eventi in vetrina .... MEMORIAL ROBERTO ROSATO

EDIZIONE 2011  
Renato Trevisan: un amicizia indelebile
Roberto Rosato e l'amico Renato TrevisanNella fotografia che abbiamo scelto per contornare questo ricordo, c’è tutto quanto avrei desiderato per raccontare, senza parole, la mia amicizia con Roberto: il mio sorriso che, consentitemelo, è proprio smagliante, ma soprattutto quel braccio di Roberto che mi attraversa le spalle e mi tiene unito a lui. Io sorrido perché ero, sono e sarò sempre orgoglioso di dichiarare quanto ci volevamo bene noi due, lui sorride, con appena un velo di tristezza che dimostra forse l’inizio di quella che si rivelerà una malattia indifendibile, perché era conscio che il nostro legame non era solo di facciata, che quanto ci univa era dato dal cuore, dai sentimenti nati a Chieri e paraggi e sviluppatasi nei mille campi per le mille partite che andavamo a vedere, domenica per domenica.
Bisognerebbe, in questi momenti, esprimere solo gioia e gaiezza, ma non posso fare a meno di scrivere quanto quella “faccia d’angelo” sia stata coraggiosa, tanto coraggiosa, nel dolore, nella fatica ad esprimersi che il dolore gli causava, nella mancanza di pietismo che manco si sognava di chiedere. Roberto, ed io che gli sono vissuto accanto per tante stagioni posso affermarlo con sicurezza, è stato un uomo che poteva insegnare lo stile di comportamento in qualsiasi situazione si trovasse. Non è cosa da poco, se fate mente locale, è, invece, il segnale forte di aver avuto a che fare con un uomo dal carattere eccezionale, proprio come dimostrava ogni volta che scendeva in campo fosse col Toro, il Milan o la Nazionale. Questo ragazzo è stato un esempio per tanti.
Don Aldo Rabino: Sempre incontri gioiosi
Ho conosciuto Roberto Rosato al San Luigi di Chieri nel 1955. È nata subito una bella amicizia, lui oratoriano, io studente di ginnasio. La vita ci ha portato in seguito a ritrovarci insieme nel mondo del calcio. L'ho sempre apprezzato per la sua serietà, per l'umiltà e per la forza del lottatore unita  ai bei modi e a una voglia intensa di vivere la vita. Finita la carriera è tornato nel mondo dei  "normali" senza mai far pesare un passato da grande calciatore, tale da essere definito il più forte stopper al mondo. Questa manifestazione vuole ricordare l'atleta, il campione, l'uomo semplice legato ai valori morali, quelli appresi all'oratorio, l'amico con il quale in tanti abbiamo condiviso momenti di vita quotidiana indimenticabili.
Giovanni Lodetti: condividere maglia, campo e… pensieri
Con te, Roberto, se ne va una parte della mia vita sportiva. E' difficile riassumere in poche righe oltre 40 anni di amicizia che ha coinvolto noi e le nostre famiglie. E' ancor più difficile farlo con il cuore gonfio di tristezza per aver perso una persona cara, con la quale sono cresciuto professionalmente e umanamente. Ricordi quando ci siamo conosciuti? Era il 1964 e tu non eri ancora un giocatore del Milan. Eri già una colonna del Torino, avevi